why is everybody so serious!, seth - marissa

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lëstrangë
CAT_IMG Posted on 22/8/2011, 10:56




(©) SETH COHEN -- troubles will come and they will pass. dress

Non c'era da stupirsi: a Newport c'era una splendida giornata di sole e, dopo aver passato una mattinata-inferno a scuola (da evitare i dettagli come il mio essere stato appeso a un appendino con le mutande, oppure quello relativo alle mie scarpe) e qualche ora a giocare con il mio nuovo videogioco, decisi di uscire. Per la prima volta dopo qualche giorno lo feci senza essere accompagnato da Ryan, che era a casa con la febbre. Teoricamente, se fossi stato un bravo fratello o amico, sarei restato nella casetta in piscina a fargli compagnia, mentre mia madre gli portava ogni dieci minuti un po' di quello schifosissimo sciroppo. Ma, evidentemente, non lo ero così tanto: ma, Ryan, poteva aspettare per un giorno, no?Anzi, per un pomeriggio, per essere puntiglioso. In ogni caso, cosa faceva Seth Cohen quando usciva?Per prima cosa si dirigeva verso la spiaggia, ovviamente. E poi?Ovviamente - evitiamo di parlare in terza persona come un perfetto idiota - salii sopra Summer. Una volta comodo, mi avviai, sentendo il rumore dolce delle onde mentre continuavo a...Ma che avete capito?Parlavo semplicemente della mia Summer Breeze, la barca che prendeva sempre il nome da Summer, certo. Lei c'entrava sempre. Peccato che non fosse a conoscenza di niente che riguardasse me, o che oppure non mi degnava neanche di uno sguardo, mentre il mio era sempre diretto verso di lei: delle volte sembravo uno stalker. Continuai tranquillamente a navigare, con il rumore delle onde che riusciva a rilassarmi. Osservai verso la spiaggia, ma di quel che cercavo nessuna traccia, anzi, questa sembrava vuota, deserta. Mi rilassai per qualche istante: pensai a quando me ne sarei andato a Tahiti in compagnia di questo bolide e nei miei sogni Summer Roberts. Scossi il capo e decisi di tornare a riva. Quindi, una volta attraccata la Summer Breeze, mi sedetti a riva, guardandando il mare. Mi aspettavo solo l'arrivo di Luke o uno dei suoi amici che me ne avrebbero fatta una delle loro, sicuramente.
hYI1M

 
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‚sweetnovember
CAT_IMG Posted on 22/8/2011, 13:49





cwe are such stuff as dreams are made on


Quel giorno, faceva molto caldo. Il sole era luminoso, si alzava superbamente nel cielo malgrado fosse pomeriggio. Ma questo non mi stupiva, eravamo a Newport. E mi piaceva. A scuola non c'era nessuna novità. O forse ero io che avevo la testa da tutt'altra parte. Innanzi tutto, ero piena di problemi. Sapevo che era una fase passeggera, che i problemi si possono risolvere, che siano futili o che siano gravissimi, ma sinceramente, non m'importava niente. Quelle parole rimbombavano nella mia testa, le parole che da sempre ero convinta che mi appartenessero, eppure non ottenevo nessun risultato. Anzi, ogni giorno andava sempre peggio e sembrava che i problemi, almeno per me, fossero irrisolvibili. Insomma, normali problemi di un adolescente, ma era strano che usassi quella parola. 'Irrisolvibili'. Non mi era mai piaciuta, no. Quella parola che desideravo che non appartenesse al mio vocabolario adesso si stava stampando da sola, automaticamente, con un inchiostro nero, indelebile, luccicante. Così forte, che mi feriva l'anima. Sospirai lentamente. Decisi di passeggiare per la spiaggia. Il 'fresco' rumore delle onde, quel leggero venticello piacevole e quel sole luminoso forse mi avrebbero schiarito le idee. No, evidentemente non potevo negarlo a me stessa. Quella maledetta sera di qualche giorno prima...doveva essere stato un sogno, per forza. Magari. Magari avessi confuso i la realtà con i sogni. Ma non avevo più quattro anni. Capivo che quello purtroppo non era un sogno. Era una bellissima quanto inquietante realtà, che malgrado si potesse avvicinare al luogo comune di sogno, non lo era. Già, perchè quella sera, io e il mio vicino ci eravamo parlati per la prima volta. L'avevo sempre ignorato, eppure...oddio, no! Non avete capito! Ecco, quella sera, il mio vicino aveva accanto un misterioso ragazzo. Non l'avevo mai visto prima qui a Newport. Era abbastanza alto, molto carino, con dei perfetti occhi neri, alquanto tristi, proprio come il mio stato d'animo, i capelli biondi eh...ok, la smetto. Sembrava un angelo caduto dal cielo, venuto a salvarmi, ma non era così evidentemente. E poi, sarebbe stato complicato. Ok, forse un pò mi piaceva, ci eravamo parlati e mi era sembrato simpatico, così carino, ma io ero fidanzata con Luke da anni, cavolo. Come poteva venire questo ragazzo a farmi perdere da un momento all'altro il senso della ragione? Eppure , mi piaceva. Mentre questi pensieri si accumulavano della mia mente , come se non bastasse, con tutti i problemi che avevo, notai qualcuno salire su una barca, si chiamava 'Summer ...Breeze'? A quanto pare, doveva essere di Seth. Sapevo che si poteva permettere di tutto, quindi una barca in più non mi avrebbe stupito. Così, scaturì quel ricordo dalla mia memoria, questa volta ancora più fresco di prima. Ma...chi era quel ragazzo misterioso vicino a lui? Quando ci eravamo parlati, era stato così chiuso, quasi volesse stare attento a ciò che diceva, a non farsi scappare una parola di troppo dalla bocca. Che legami aveva con Seth, lo sfigato della scuola, che non aveva una vita sociale. Ah, sì, dimenticavo. Lui legava con fumetti e videogiochi. Quindi, mi chiedo, come caspita faceva a stargli vicino, vicino a quell'asociale di Seth? Era difficile vederlo uscire con qualcuno, anzi, era difficile vederlo uscire, soprattutto la sera. Alla fine, capii che quelle domande non servivano a niente. Già, perchè si racchiudevano in una sola. Chi era quel ragazzo proveniente da...oddio mio, nemmeno lo sapevo. Non sapevo niente di lui, eppure, eppure qualcosa avevo provato per lui. E lui? Beh, questo non potevo saperlo. Osservai Seth salire su quella barca. L'avevo visto poco prima a scuola, mentre la banda di Luke lo umiliava. Beh, un pò mi dispiaceva, ma Luke era il mio ragazzo e niente e nessuno avrebbe potuto mettersi contro di lui. Già...nessuno. Non ne ero più così sicura. A dire il vero, in quel momento mi sentivo fragile e indifesa, come sempre, insicura e confusa come non mai.Non c'era nessuno in quel momento. Un leggero venticello mi scompigliò i capelli. Poi, il cellulare vibrò. Lo presi dalla borsa e lo lessi, speranzosa che fosse qualcuno di mia conoscenza. Ma il mio entusiasmo si spense quando lessi il nome del mio problema numero uno. Julie Cooper. Sì, era da quando ricevetti in regalo il mio primo cellulare che scrivevo ad ognuno nome , secondo nome se magari ce l'aveva, cognome.Era questione di ordine, da ragazzina ero maniaca dell'ordine. Sorrisi pensando a quello stupido pensiero. Avrei potuto dire che amavo conservare quella piccola tradizione che apparteneva al mio mondo innocente, ma non era così. Quel "Julie Cooper" dava un senso di freddezza e di distacco. Ciò che provavo per mia madre. Eravamo due sconosciute che vivevamo sotto lo stesso tetto. Ma in fondo, la mia vita era stata un inferno da sempre, l'avevo capito solo un pò più tardi. Ed almeno in quel momento, non avevo via d'uscita. Mi dispiaceva dirlo, ma con l'arrivo di Ryan, mi ero quasi sentita soffocare, sì. No, che avete capito. Proprio perchè mi piaceva. Volevo ignorarla, ma, confusa e arrabbiata per vai a capire quale motivo allo stesso tempo, decisi di premere "Ok" e leggere il messaggio.
Ciao tesoro. Sei andata senza dirci niente. Sai che stiamo attraversando un periodo particolare e voglio parlare con te al più presto !
Baci, mamma

Alzai gli occhi al cielo e sospirai. Ma voleva capire che ormai era troppo tardi, che aveva avuto ben diciassette anni di tempo e che non li aveva usati a dovere? E poi, quanti anni avevo, cinque? Potevo uscire quanto e quando volevo. Decisi di avvicinarmi a Seth. Chissà cosa avrebbe pensato quel poverino, in fondo non gli avevo mai prestato attenzione. Eppure, sapevo che lo facevo per arrivare a quel ragazzo intrigante. Dovevo capirci meglio. Forse era una stupida cotta passeggera, ma io dovevo sapere. Per esaminare il mio cuore, per sapere cosa provavo per lo storico Luke e cosa provavo per il ragazzo misterioso spuntato dal nulla che a quanto mi aveva accennato, aveva un passato non molto invidiabile, come il mio. Sospirai. Corsi velocemente verso la barca e feci un cenno con la mano a Seth. Ma era troppo tardi, forse. La barca si stava già allontanando per andare chissà dove. Abbassai il capo, delusa e senza speranza, con i miei pensieri confusi che mi avevano fatto perdere tempo e feci per andarmene. Dovevo continuare la passeggiata e stare più lontano possibile da mia madre. Assolutamente.
gli occhi sono lo specchio dell'anima


Marissa Cooper SCHEDA - DRESS - CREATED BY DANNY ©
 
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lëstrangë
CAT_IMG Posted on 22/8/2011, 15:05




(©) SETH COHEN -- troubles will come and they will pass. dress

Probabilmente, quando qualcuno...anzi, quando Marissa si avvicinò alla mia barca salutandomi, me ne andai talmente velocemente da non accorgermi di nulla. Era così strano, in effetti: quando mai l'aveva fatto?Quando mai, dopo tanti anni che eravamo vicini di casa, si avvicinava a me?Non mi aveva mai invitato alle sue feste, ad esempio. Per lei e per il suo odioso ragazzo Luke ero sempre stato lo zimbello asociale della casa accanto, quello che serviva per quando mancava qualcosa: anzi, Marissa non bussava a casa mia neanche per quello, ci pensava sempre Julie che passava le giornate a parlare con mia madre. Forse era per quello che le mie giornate erano sempre uno schifo, prima che arrivasse Ryan. Prima che arrivasse Ryan: ormai dicevo sempre e solo quello, ormai tutto si basava su quello che era successo dal suo arrivo, da quando la mia famiglia aveva deciso di ospitarlo, dopo la sua vita a Chino, il riformatorio e tutto quello che gli era capitato prima di venire a NewPort. Non riuscivo ancora a capira, se fosse una cosa positiva per me. Da un certo lato, avevo finalmente un amico che mi rispettava e anche per quello avevo insistito perchè Ryan stesso rimanesse a vivere da noi; dall'altro, mi sentivo un Seth diverso, poichè, quando ero in sua compagnia, nessuno mi faceva qualcosa. Era come una protezione...una guardia del corpo! Certamente, sarebbe sempre stata una guardia del corpo, certo Seth. E ormai, la mia vita in casa Cohen era concentrata dal passare da camera mia alla casetta in piscina, per andargli a parlare - assillarlo - di Summer e di tutti gli sviluppi - il niente - riguardanti lei. Lui, invece, era in fissa con Marissa Cooper, non capivo il perchè, ma ogni volta i loro sguardi s'incrociavano intensamente. Pochi mesi che Ryan era da noi e faceva conquiste, sedici anni e l'unica ragazza che mi abbia mai amato è Lara Kroft, quella dei videogiochi, s'intende. Una volta fatto il mio modesto giro in barca, scesi, tornando alla volta di Marissa, per chiedere diciamo delle spiegazioni, soprattutto perchè era rimasta nella spiaggia. Mi avvicinai lentamente, prima guardandomi in giro per assicurarmi che non fosse stata in compagnia di Luke Ward o di qualche suo amichetto alto un metro e novanta e con un armadio di spalle. Non era nemmeno in compagnia di Summer e per questo mi avvicinai, esatto. Se ci fosse stata lei, non avrei nemmeno mosso un passo, sia chiaro, ero troppo timido e stupido per farlo; ero anche convinto che se le avessi rivolto la parola, lei mi avrebbe mandato a quel paese. Ero Seth Cohen, lo sfigato, l'asociale. «Seth Cohen, tuo vicino di casa» Le porsi addirittura la mano, presentandomi. «Insomma, dovresti già conoscermi, ma considerando la tua gran voglia di invitarmi alle feste, o l'amore che il tuo ragazzo prova per me...ci siamo intesi. » Dissi, tutto d'un fiato. «E poi mi spiegheresti per quale arcano motivo il tuo saluto era diretto a me?Canna?Alcool?Cocaina?» Alzai un sopracciglio, incrociando le braccia al petto.
hYI1M


 
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